CULTURA POPOLARE

La cultura popolare di Maratea affonda nelle radici comuni delle tradizioni del Mezzogiorno d’Italia. Una prima collocazione in questo ambito può essere fornita dal suo dialetto. Il dialetto marateota fa parte dei dialetti della cosiddetta “Area di Lausberg”,cioè quella zona della mappa dialettale italiana in cui i dialetti meridionali intermedi (Campania e Puglia) si scontrano con quelli estremi (Calabria e Sicilia).

Ne fuoriesce una parlata le cui peculiarità distintive sono colte anche dal viaggiatore meno attento: parole greche, verbi latini, espressioni dal suono pittoresco si mescolano in un dialetto di grande musicalità, lontano dal gutturalismo lucano tipico grazie all’uso del vocalismo detto “siciliano”.

Le tradizioni popolari sono legate alla religiosità. Emerge su tutte la festa della traslazione delle reliquie di S. Biagio di Sebaste dall’Armenia a Maratea.

Festa Patronale dal sabato precedente alla prima domenica di maggio alla seconda domenica del mese, tutta la comunità si raccoglie per omaggiare il suo santo patrono con ben quattro processioni, in due delle quali il simulacro argenteo del santo viene trasportato, a spalla, lungo un sentiero che scala la grande montagna del santuario, coperto di un manto rosso che lo nasconde alla vista dei fedeli.

Altra caratteristica festività religiosa è quella della Madonna del Porto Salvo. L’ultima domenica di giugno, le barche del Porto si incamminano in una processione sul mare che trasporta la statuina della Vergine fino all’isola di Santo Janni, a voler così benedire, ogni anno, il mare meraviglioso che il Cielo ha donato a questa terra.

La storia di Maratea

Il territorio di Maratea è abitato sin da epoche antichissime. Nelle grotte presso la spiaggia di Fiumicello è stato scoperto un insediamento del Paleolitico medio (100 mila anni fa). Contemporaneamente alla colonizzazione magnogreca, sulla costa di Maratea gruppi indigeni di stirpe enotria fondano un villaggio sul promontorio di Capo La Timpa, sopra il moderno Porto, e da qui intrattengono rapporti di scambio e commercio con i navigatori del Mediterraneo.

La città delle 44 Chiese

Maratea è nota come “città delle 44 Chiese” per la quantità dei suoi luoghi di culto: chiese, chiesette, cappelle, sacelli e persino grotte. A questo ptrimonio religioso si lega un interessante patrimonio artistico, di stile ed epoca eterogeneo. Nella Grotta dell’Angelo, aperta sulla parete di roccia del monte San Biagio, e nell’eremo della Madonna della Neve (o degli Ulivi) troviamo affreschi bizantineggianti del IX-X secolo.

Turismo

Nel regolamento di polizia del Comune di Maratea del 1847 si stabilisce, “tanto per i forestieri, che per i cittadini”, che per “prendere i bagni in tempo estivo sì al Porto, che a Fiumicello”di “munirsi di un calzonetto di tela” da indossare anche in acqua, pena “la detenzione fino a due giorni”. Oltre che nota di colore, è una testimonianza di come, già all’epoca, in estate il mare di Maratea sia frequentato da bagnanti.